archivio

L’edizione 2015

1945-2015: la guerra è finita?

Il Festival Passepartout organizzato dalla Fondazione Biblioteca Astense Giorgio Faletti, giunto quest’anno alla dodicesima edizione, avrà luogo ad Asti dal 6 al 14 giugno.

Quest’anno il titolo della rassegna è 1945-2015: la guerra è finita?, una domanda che sottolinea come, a 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale, si debbano ancora affrontare innumerevoli conflitti, che riguardano non solo gli scontri armati, ma anche la guerra economica, il narcotraffico, la guerra di religione, un diffuso scontro di civiltà e di valori. I conflitti molecolari che negli ultimi tempi hanno devastato l’Africa e il Medio Oriente, la tensione sanguinaria dei rapporti tra Russia e Ucraina, l’avvento dell’Isis divenuto una minaccia allarmante, la lotta continua al capillare fenomeno mafioso sono solo alcuni degli spunti che forniranno materia di discussione in questa ricca edizione del Festival.

Passepartout ha abbandonato da tempo l’abusato modello del talk show a vantaggio della lectio magistralis, invitando ospiti di alto profilo a tenere le loro conferenze durante incontri serali o pomeridiani.

Porteranno il loro prezioso contributo prestigiosi esponenti del panorama culturale, politico ed economico: Maurizio Molinari, Ronny Someck, Salah Al Hamdani Sergio Romano, Manlio Graziano, Ernesto Galli Della Loggia, Stefano Bartezzaghi, Don Luigi Ciotti, Romano Prodi, Maurizio Ferraris, Salvatore Settis, Luciano Canfora, Piero Fassino, Loretta Napoleoni, Pietrangelo Buttafuoco.

Gli ospiti

E’ uno scrittore francese di origine irachena. Oppositore della dittatura di Saddam Hussein, è stato costretto a vivere per oltre trent’anni in esilio in Francia, per fare poi ritorno a Baghdad solo nel 2004. La sua attività di scrittore è iniziata in carcere all’età di vent’anni. A Parigi ha pubblicato circa una trentina di opere di vario genere, dai romanzi, alle poesie, alle novelle. Tra le tante, Bagdad mon amour (Écrits des Forges/L’idée bleue, Québec 2008; nuova ed. 2014), Rebâtir les jours (Éditions Bruno Doucey, Paris 2013), Saisons d’argile (Al Manar, Paris 2011). È anche uno sceneggiatore e attore da diversi anni, sia per il teatro che per il cinema.

Collabora a «Repubblica» con le rubriche “Lessico e Nuvole”, “Lapsus”, “Fuori di Testo”, e a «l’Espresso» con la rubrica di critica linguistica “Come dire”. Dal 2010 è docente di Teorie della creatività e Semiotica presso lo IULM – Libera Università di Lingue e Comunicazione di Milano. Tra le opere pubblicate, L’orizzonte verticale (Einaudi, Torino 2007, nuova ed. 2013), Una telefonata con Primo Levi (Einaudi, 2012) e Dando buca a Godot (Einaudi, 2012).

Ha iniziato la sua attività giornalistica scrivendo per il «Secolo d’Italia», quotidiano dell’allora Movimento Sociale Italiano. Ha lavorato quindi per alcuni anni al «Foglio» di Giuliano Ferrara, prima di approdare nel 2004 a «Panorama». Scrive per «La Repubblica», «Il Sole 24 ore» e «Il Fatto Quotidiano». Tra i suoi romanzi, si ricordano Il Lupo e la Luna (Bompiani, Milano 2011), Il dolore pazzo dell’amore (Bompiani, 2013) e I cinque funerali della Signora Göring (Mondadori, Milano 2014), Il feroce Saracino. La guerra dell’Islam (Rizzoli, Milano 2015)

Professore ordinario di Filologia greca e latina presso l’Università di Bari, è membro dei comitati direttivi di prestigiose riviste, nonché della Fondazione Istituto Gramsci e del comitato scientifico dell’Enciclopedia Treccani. Tra le sue opere più recenti si ricordano Gramsci in carcere e il fascismo (Salerno editrice, Salerno 2012), La guerra civile ateniese (Rizzoli, Milano 2013), La crisi dell’utopia. Aristofane contro Platone (Laterza, Roma-Bari 2014), Augusto figlio di Dio (Laterza, 2015), Tucidide: la menzogna la colpa, l’esilio (Laterza 2016, finalista al Premio Asti d’Appello 2016) e La schiavitù del capital (Il Mulino 2016).

È l’ispiratore e fondatore del Gruppo Abele, che sviluppa proposte per affrontare il disagio sociale, a partire dal sostegno ai tossicodipendenti, e dell’Associazione Libera contro i soprusi delle mafie in tutta Italia. Nel 1973 il Gruppo Abele ha inaugurato il “Centro Droga”, un luogo di accoglienza e ascolto per i giovani con problemi di tossicodipendenza, esperienza allora unica in Italia, cui è seguita l’apertura di diverse comunità. Negli anni novanta l’impegno di don Ciotti si è allargato al contrasto alla criminalità organizzata, in particolare dopo le stragi di Capaci e via d’Amelio dell’estate del 1992. Tra le sue pubblicazioni, si ricordano Dialogo sulla legalità, scritto con Nichi Vendola (Manni, San Cesario di Lecce 2005) e La speranza non è in vendita (Giunti, Milano 2012).

È l’attuale sindaco di Torino. Dal 1987 al 1991 è stato membro della Segreteria nazionale del PCI, per poi aderire al nuovo Partito Democratico della Sinistra. Nel ‘94 è stato eletto parlamentare alla Camera dei deputati. Ha ricoperto le cariche di sottosegretario agli esteri durante il primo governo Prodi e di ministro del commercio estero nel primo e secondo governo d’Alema. Nel 2007 è stato nominato responsabile nazionale esteri nella segreteria nazionale di Veltroni. Nel 2008 è stato rieletto alla Camera dei deputati, iscrivendosi al gruppo del PD. Nello stesso anno è stato nominato Inviato speciale dell’Unione europea per la Birmania. Dal 2011 è sindaco di Torino. Nel 2013 il Presidente Hollande lo ha insignito dell’onorificenza della Legion d’onore per le relazioni promosse in qualità di sindaco tra Italia e Francia. Tra le sue pubblicazioni, Per passione (Rizzoli, Milano 2003), Sicurezza e Giustizia. Conversazione con Paolo Borgna (Donzelli, Roma 2011).

È uno dei più importanti filosofi e accademici italiani. Dal 1995 insegna Filosofia teoretica presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Torino. In ambito teorico, ha legato il suo nome al rilancio dell’estetica come teoria della sensibilità, a un’ontologia sociale intesa come ontologia dei documenti, e a un superamento del postmodernismo attraverso la proposta di un nuovo realismo. Dal 1989 al 2010 ha collaborato al supplemento culturale de «Il Sole 24 ore»; dal 2010 scrive per le pagine culturali di «Repubblica». Tra le sue numerose pubblicazioni, Estetica razionale (Cortina Raffaello, Milano 2011), Manifesto del nuovo realismo (Laterza, Roma-Bari 2012, nuova ed. 2014), Realismo positivo (Rosenberg&Sellier, Torino 2013), Spettri di Nietzsche. Un’avventura umana e intellettuale che anticipa le catastrofi del Novecento, (Guanda, Milano 2014).

Dal 1993 è editorialista del «Corriere della sera», è professore ordinario di Storia contemporanea presso l’Istituto Italiano di Scienze Umane (SUM) e membro del Comitato direttivo della Fondazione Italia USA. Tra le opere pubblicate, Tre giorni nella storia d’Italia (Il Mulino, Bologna 2010); ha curato la Storia del Corriere della Sera (Rizzoli-Fondazione Corriere della sera, Milano 2011) e il volume Poesia civile e politica dell’Italia del Novecento (BUR Rizzoli, Milano 2011).

È uno tra i maggiori esperti di geopolitica delle religioni. Attualmente docente di Geopolitica alla Sorbona – Paris IV, all’American Graduate School in Paris e alla Skema Business School è una delle firme de La VOCE di New York, per cui scrive all’interno della sua column “Geopolitico”. Tra le sue pubblicazioni si ricordano Identité catholique et identité italienne (L’Harmattan, Parigi 2007), Il secolo cattolico. La strategia geopolitica della Chiesa (Laterza, Roma 2010),
Guerra santa e santa alleanza. Religioni e disordine internazionale nel XXI secolo (Il Mulino, Bologna 2015).

Maurizio Molinari è un giornalista specializzato in politica estera e questioni internazionali, in particolare riguardanti il Vicino Oriente. Vive a Gerusalemme dal 2014  come corrispondente del quotidiano La Stampa. Ha intervistato personaggi come Barack Obama e George W. Bush, Kofi Annan, Ban Ki Moon, Shimon Peres, Benjamin Netanyahu, Yasser Arafat e Muammar Gheddafi. Tra i libri pubblicati, Governo Ombra (Rizzoli, Milano 2012), L’Aquila e la farfalla (Rizzoli, 2013) e Il Califfato del Terrore – Perché lo Stato Islamico minaccia l’Occidente (Rizzoli, 2015).

Economista di fama internazionale, ha studiato a lungo i sistemi finanziari ed economici attraverso cui il terrorismo finanzia le proprie . reti organizzative Nel 2005 ha presieduto il gruppo di esperti sul finanziamento del terrorismo per la conferenza internazionale Terrorismo e Democrazia organizzata dal Club de Madrid. Per anni le sue consulenze sulle strategie e sui meccanismi per combattere il terrorismo sono state contese dai più importanti esecutivi occidentali. Attualmente svolge attività di consulenza per le reti televisive BBC e CNN. Ha collaborato inoltre con numerose forze dell’ordine, tra cui la Homeland Security statunitense, l’International Institute of Counter-Terrorism israeliano, la polizia catalana e l’esercito Turco. Le sue opere più recenti sono Democrazia vendesi – Dalla crisi economica alla politica delle schede bianche, (Rizzoli, Milano 2013) e ISIS. Lo stato del terrore. Chi sono e cosa vogliono le milizie islamiche che minacciano il mondo, (Feltrinelli, Milano 2014).

Economista, accademico e politico, è stato professore ordinario di Economia e Politica industriale presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna dal ’71 al ’99. Ministro dell’Industria nell’anno ’78-’79, nell’81 ha fondato “Nomisma”, una delle principali società italiane di studi economici. Nel febbraio ‘95 ha fondato la coalizione dell’Ulivo, che lo ha designato come suo candidato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in occasione delle elezioni politiche. Ottenuta la fiducia delle Camere nel maggio ’96, il Governo Prodi è rimasto in carica sino all’ottobre 1998, ripetendone poi l’esperienza dal 17 maggio 2006 fino all’8 maggio 2008. Tra i suoi lavori si ricordano La mia visione dei fatti. Cinque anni di governo in Europa (Il Mulino, Bologna 2008), Capire il Mondo. Il futuro sfida l’Europa (Cittadella, Assisi 2012), Missione incompiuta. Intervista su politica e democrazia (Laterza, Roma-Bari 2015).

Archeologo e storico dell’arte, insegna Archeologia classica presso la Scuola Superiore Normale di Pisa, che ha diretto dal 1999 al 2010.
Membro di numerose istituzioni internazionali di studio e ricerca (tra cui l’American Academy of Arts and Sciences, Accademia Nazionale dei Lincei, il Comitato scientifico dell’European Research Council, il Consiglio Scientifico dell’Enciclopedia Italiana), in campo culturale e politico ha ricoperto la carica di presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali.
I suoi interessi di studio e di ricerca riguardano principalmente la storia dell’arte antica, la storia della tradizione classica e la storia dell’iconografia e dell’arte religiosa europea, dal Medioevo al Seicento.
Tra il 2000 e il 2010 è stato protagonista in Italia di una battaglia contro la svendita del patrimonio culturale. Tra le sue pubblicazioni: Italia S.p.A. – L’assalto al patrimonio culturale (Einaudi, Torino 2002), vincitore del premio Viareggio nella categoria saggistica nel 2003, Battaglie senza eroi. I beni culturali tra istituzioni e profitto (Electa, Milano 2005), Il mondo salverà la bellezza? Responsabilità, anima, cittadinanza (Ponte alle Grazie, Milano 2015).

E’ un poeta israeliano le cui opere sono conosciute in tutto il mondo. Ha studiato Letteratura e Filosofia ebraica presso l’Università di Tel Aviv e disegno presso l’Istituto di Arte e Design di Avni. Ha pubblicato ben undici volumi di poesie, tra cui The Milk Underground (2005), Algeria (2009) e Horse power (2013), e due libri per bambini scritti a quattro mani con la figlia Shirly, che sono stati tradotti in quarantuno lingue. Artista eclettico, ha inciso tre dischi con il musicista Elliott Sharp: Revenge of the Stuttering Child (1997) , Poverty Line (1999) e A Short History of Vodka (2001). È membro del Consiglio Pubblico della Compagnia di danza Batsheva di Tel Aviv e del Teatro arabo-ebraico dell’antica città di Giaffa.

All’interno di un evento incentrato sul tema dei conflitti mondiali, non possono non spiccare, nella vasta costellazione degli ospiti, le voci di due scrittori appartenenti a mondi dilaniati da tensioni, odio, violenze: Ronny Someck e Salah Al Hamdani, l’uno di origine ebraica, l’altro musulmano, accomunati dal luogo natio, Baghdad, e dall’aderenza a una poesia vitale e necessaria, in grado di superare qualsiasi barriera geopolitica. Entrambi hanno vissuto l’allontanamento forzato dalla propria terra: Ronny Someck è fuggito ancora bambino dai pogrom antisemiti, Salah Al Hamdani, oppostosi alla dittatura di Saddam Hussein, ha vissuto per lungo tempo in esilio in Francia. I due scrittori si sono incontrati per la prima volta nel 2011 in occasione di un festival di poesia a Parigi: la scoperta del comune sradicamento dalla patria è stata fondamentale per avviare un confronto e uno scambio di punti di vista tra culture differenti. Ne è nato anche un libro scritto a quattro mani, Baghdad-Jersusalem, pubblicato in ebraico, arabo e francese. Il 6 giugno alle ore 18 interverranno a Passepartout intervistati da Maurizio Molinari, corrispondente della «Stampa» a Gerusalemme. “Orizzonti di pace” sarà il tema che affronteranno nel loro dialogo: la possibilità di andare oltre i confini forzatamente costruiti dalla tracotanza umana, di dimostrare che l’incontro tra religioni diverse è realizzabile in modo pacifico. Una missione di cui la cultura può ancora farsi carico.

Nota
Ronny Someck è un poeta di origine ebraica nato a Baghdad, ma residente fin dall’infanzia in Israele, dopo essere sfuggito ai pogrom antisemiti promossi dal governo iracheno. Ha studiato Letteratura e Filosofia ebraica presso l’Università di Tel Aviv e disegno presso l’Istituto di Arte e Design di Avni. Ha pubblicato ben undici volumi di poesie, tra cui The Milk Underground (2005), Algeria (2009) e Horse power (2013), e due libri per bambini scritti a quattro mani con la figlia Shirly, che sono stati tradotti in quarantuno lingue. Artista eclettico, ha inciso tre dischi con il musicista Elliott Sharp: Revenge of the Stuttering Child (1997) , Poverty Line (1999) e A Short History of Vodka (2001). È membro del Consiglio Pubblico della Compagnia di danza Batsheva di Tel Aviv e del Teatro arabo-ebraico dell’antica città di Giaffa.

Salah Al Hamdani è uno scrittore francese di origine irachena. Oppositore della dittatura di Saddam Hussein, è stato costretto a vivere per oltre trent’anni in esilio in Francia, per fare poi ritorno a Baghdad solo nel 2004. La sua attività di scrittore è iniziata in carcere all’età di vent’anni. A Parigi ha pubblicato circa una trentina di opere di vario genere, dai romanzi, alle poesie, alle novelle. Tra le tante, Bagdad mon amour (Écrits des Forges/L’idée bleue, Québec 2008; nuova ed. 2014), Rebâtir les jours (Éditions Bruno Doucey, Paris 2013), Saisons d’argile (Al Manar, Paris 2011). È anche uno sceneggiatore e attore da diversi anni, sia per il teatro che per il cinema.

Inoltre si segnalano:
Anteprima 3 giugno ore 21, Museo di Sant’Anastasio, Asti- corso Alfieri 365, Aspettando Passepartout: GERDA TARO/ROBERT CAPA. Una storia d’amore di fotografia e di guerra a cura di Franco Rabino.

Per la durata del festival sarà presentata presso la sede della biblioteca la mostra France et Italie, les journaux de la Grande Guerre, frutto della collaborazione con l’Istituto italiano di Cultura a Parigi; si tratta di una mostra documentaria curata da Alberto Toscano e allestita grazie alla sua personale collezione che, attraverso l’esposizione di giornali italiani e francesi del periodo 1914-1918, documenta lo stato dei rapporti fra i nostri due Paesi durante la Grande Guerra. La mostra, già allestita a Parigi, rientra fra le iniziative incluse nel programma ufficiale di celebrazioni promosso dalla Mission du centenaire de la Première Guerre mondiale.

Sempre presso la sede della Fondazione della Biblioteca Astense GIORGIO FALETTI
(Asti, Via Goltieri 3) lunedì 8 giugno dalle ore 15: forum su alcuni temi del festival.
Protagonisti saranno i giornalisti, gli studenti di Asti e tutti gli interessati.
Per l’occasione verrà proiettato in prima nazionale assoluta il video Caffelatte a cura della scuola Castigliano di Asti.

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L’edizione 2015

1945-2015: la guerra è finita?

Il Festival Passepartout organizzato dalla Fondazione Biblioteca Astense Giorgio Faletti, giunto quest’anno alla dodicesima edizione, avrà luogo ad Asti dal 6 al 14 giugno.

Quest’anno il titolo della rassegna è 1945-2015: la guerra è finita?, una domanda che sottolinea come, a 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale, si debbano ancora affrontare innumerevoli conflitti, che riguardano non solo gli scontri armati, ma anche la guerra economica, il narcotraffico, la guerra di religione, un diffuso scontro di civiltà e di valori. I conflitti molecolari che negli ultimi tempi hanno devastato l’Africa e il Medio Oriente, la tensione sanguinaria dei rapporti tra Russia e Ucraina, l’avvento dell’Isis divenuto una minaccia allarmante, la lotta continua al capillare fenomeno mafioso sono solo alcuni degli spunti che forniranno materia di discussione in questa ricca edizione del Festival.

Passepartout ha abbandonato da tempo l’abusato modello del talk show a vantaggio della lectio magistralis, invitando ospiti di alto profilo a tenere le loro conferenze durante incontri serali o pomeridiani.

Porteranno il loro prezioso contributo prestigiosi esponenti del panorama culturale, politico ed economico: Maurizio Molinari, Ronny Someck, Salah Al Hamdani Sergio Romano, Manlio Graziano, Ernesto Galli Della Loggia, Stefano Bartezzaghi, Don Luigi Ciotti, Romano Prodi, Maurizio Ferraris, Salvatore Settis, Luciano Canfora, Piero Fassino, Loretta Napoleoni, Pietrangelo Buttafuoco.

Gli ospiti

E’ uno scrittore francese di origine irachena. Oppositore della dittatura di Saddam Hussein, è stato costretto a vivere per oltre trent’anni in esilio in Francia, per fare poi ritorno a Baghdad solo nel 2004. La sua attività di scrittore è iniziata in carcere all’età di vent’anni. A Parigi ha pubblicato circa una trentina di opere di vario genere, dai romanzi, alle poesie, alle novelle. Tra le tante, Bagdad mon amour (Écrits des Forges/L’idée bleue, Québec 2008; nuova ed. 2014), Rebâtir les jours (Éditions Bruno Doucey, Paris 2013), Saisons d’argile (Al Manar, Paris 2011). È anche uno sceneggiatore e attore da diversi anni, sia per il teatro che per il cinema.

Collabora a «Repubblica» con le rubriche “Lessico e Nuvole”, “Lapsus”, “Fuori di Testo”, e a «l’Espresso» con la rubrica di critica linguistica “Come dire”. Dal 2010 è docente di Teorie della creatività e Semiotica presso lo IULM – Libera Università di Lingue e Comunicazione di Milano. Tra le opere pubblicate, L’orizzonte verticale (Einaudi, Torino 2007, nuova ed. 2013), Una telefonata con Primo Levi (Einaudi, 2012) e Dando buca a Godot (Einaudi, 2012).

Ha iniziato la sua attività giornalistica scrivendo per il «Secolo d’Italia», quotidiano dell’allora Movimento Sociale Italiano. Ha lavorato quindi per alcuni anni al «Foglio» di Giuliano Ferrara, prima di approdare nel 2004 a «Panorama». Scrive per «La Repubblica», «Il Sole 24 ore» e «Il Fatto Quotidiano». Tra i suoi romanzi, si ricordano Il Lupo e la Luna (Bompiani, Milano 2011), Il dolore pazzo dell’amore (Bompiani, 2013) e I cinque funerali della Signora Göring (Mondadori, Milano 2014), Il feroce Saracino. La guerra dell’Islam (Rizzoli, Milano 2015)

Professore ordinario di Filologia greca e latina presso l’Università di Bari, è membro dei comitati direttivi di prestigiose riviste, nonché della Fondazione Istituto Gramsci e del comitato scientifico dell’Enciclopedia Treccani. Tra le sue opere più recenti si ricordano Gramsci in carcere e il fascismo (Salerno editrice, Salerno 2012), La guerra civile ateniese (Rizzoli, Milano 2013), La crisi dell’utopia. Aristofane contro Platone (Laterza, Roma-Bari 2014), Augusto figlio di Dio (Laterza, 2015), Tucidide: la menzogna la colpa, l’esilio (Laterza 2016, finalista al Premio Asti d’Appello 2016) e La schiavitù del capital (Il Mulino 2016).

È l’ispiratore e fondatore del Gruppo Abele, che sviluppa proposte per affrontare il disagio sociale, a partire dal sostegno ai tossicodipendenti, e dell’Associazione Libera contro i soprusi delle mafie in tutta Italia. Nel 1973 il Gruppo Abele ha inaugurato il “Centro Droga”, un luogo di accoglienza e ascolto per i giovani con problemi di tossicodipendenza, esperienza allora unica in Italia, cui è seguita l’apertura di diverse comunità. Negli anni novanta l’impegno di don Ciotti si è allargato al contrasto alla criminalità organizzata, in particolare dopo le stragi di Capaci e via d’Amelio dell’estate del 1992. Tra le sue pubblicazioni, si ricordano Dialogo sulla legalità, scritto con Nichi Vendola (Manni, San Cesario di Lecce 2005) e La speranza non è in vendita (Giunti, Milano 2012).

È l’attuale sindaco di Torino. Dal 1987 al 1991 è stato membro della Segreteria nazionale del PCI, per poi aderire al nuovo Partito Democratico della Sinistra. Nel ‘94 è stato eletto parlamentare alla Camera dei deputati. Ha ricoperto le cariche di sottosegretario agli esteri durante il primo governo Prodi e di ministro del commercio estero nel primo e secondo governo d’Alema. Nel 2007 è stato nominato responsabile nazionale esteri nella segreteria nazionale di Veltroni. Nel 2008 è stato rieletto alla Camera dei deputati, iscrivendosi al gruppo del PD. Nello stesso anno è stato nominato Inviato speciale dell’Unione europea per la Birmania. Dal 2011 è sindaco di Torino. Nel 2013 il Presidente Hollande lo ha insignito dell’onorificenza della Legion d’onore per le relazioni promosse in qualità di sindaco tra Italia e Francia. Tra le sue pubblicazioni, Per passione (Rizzoli, Milano 2003), Sicurezza e Giustizia. Conversazione con Paolo Borgna (Donzelli, Roma 2011).

È uno dei più importanti filosofi e accademici italiani. Dal 1995 insegna Filosofia teoretica presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Torino. In ambito teorico, ha legato il suo nome al rilancio dell’estetica come teoria della sensibilità, a un’ontologia sociale intesa come ontologia dei documenti, e a un superamento del postmodernismo attraverso la proposta di un nuovo realismo. Dal 1989 al 2010 ha collaborato al supplemento culturale de «Il Sole 24 ore»; dal 2010 scrive per le pagine culturali di «Repubblica». Tra le sue numerose pubblicazioni, Estetica razionale (Cortina Raffaello, Milano 2011), Manifesto del nuovo realismo (Laterza, Roma-Bari 2012, nuova ed. 2014), Realismo positivo (Rosenberg&Sellier, Torino 2013), Spettri di Nietzsche. Un’avventura umana e intellettuale che anticipa le catastrofi del Novecento, (Guanda, Milano 2014).

Dal 1993 è editorialista del «Corriere della sera», è professore ordinario di Storia contemporanea presso l’Istituto Italiano di Scienze Umane (SUM) e membro del Comitato direttivo della Fondazione Italia USA. Tra le opere pubblicate, Tre giorni nella storia d’Italia (Il Mulino, Bologna 2010); ha curato la Storia del Corriere della Sera (Rizzoli-Fondazione Corriere della sera, Milano 2011) e il volume Poesia civile e politica dell’Italia del Novecento (BUR Rizzoli, Milano 2011).

È uno tra i maggiori esperti di geopolitica delle religioni. Attualmente docente di Geopolitica alla Sorbona – Paris IV, all’American Graduate School in Paris e alla Skema Business School è una delle firme de La VOCE di New York, per cui scrive all’interno della sua column “Geopolitico”. Tra le sue pubblicazioni si ricordano Identité catholique et identité italienne (L’Harmattan, Parigi 2007), Il secolo cattolico. La strategia geopolitica della Chiesa (Laterza, Roma 2010),
Guerra santa e santa alleanza. Religioni e disordine internazionale nel XXI secolo (Il Mulino, Bologna 2015).

Maurizio Molinari è un giornalista specializzato in politica estera e questioni internazionali, in particolare riguardanti il Vicino Oriente. Vive a Gerusalemme dal 2014  come corrispondente del quotidiano La Stampa. Ha intervistato personaggi come Barack Obama e George W. Bush, Kofi Annan, Ban Ki Moon, Shimon Peres, Benjamin Netanyahu, Yasser Arafat e Muammar Gheddafi. Tra i libri pubblicati, Governo Ombra (Rizzoli, Milano 2012), L’Aquila e la farfalla (Rizzoli, 2013) e Il Califfato del Terrore – Perché lo Stato Islamico minaccia l’Occidente (Rizzoli, 2015).

Economista di fama internazionale, ha studiato a lungo i sistemi finanziari ed economici attraverso cui il terrorismo finanzia le proprie . reti organizzative Nel 2005 ha presieduto il gruppo di esperti sul finanziamento del terrorismo per la conferenza internazionale Terrorismo e Democrazia organizzata dal Club de Madrid. Per anni le sue consulenze sulle strategie e sui meccanismi per combattere il terrorismo sono state contese dai più importanti esecutivi occidentali. Attualmente svolge attività di consulenza per le reti televisive BBC e CNN. Ha collaborato inoltre con numerose forze dell’ordine, tra cui la Homeland Security statunitense, l’International Institute of Counter-Terrorism israeliano, la polizia catalana e l’esercito Turco. Le sue opere più recenti sono Democrazia vendesi – Dalla crisi economica alla politica delle schede bianche, (Rizzoli, Milano 2013) e ISIS. Lo stato del terrore. Chi sono e cosa vogliono le milizie islamiche che minacciano il mondo, (Feltrinelli, Milano 2014).

Economista, accademico e politico, è stato professore ordinario di Economia e Politica industriale presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna dal ’71 al ’99. Ministro dell’Industria nell’anno ’78-’79, nell’81 ha fondato “Nomisma”, una delle principali società italiane di studi economici. Nel febbraio ‘95 ha fondato la coalizione dell’Ulivo, che lo ha designato come suo candidato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri in occasione delle elezioni politiche. Ottenuta la fiducia delle Camere nel maggio ’96, il Governo Prodi è rimasto in carica sino all’ottobre 1998, ripetendone poi l’esperienza dal 17 maggio 2006 fino all’8 maggio 2008. Tra i suoi lavori si ricordano La mia visione dei fatti. Cinque anni di governo in Europa (Il Mulino, Bologna 2008), Capire il Mondo. Il futuro sfida l’Europa (Cittadella, Assisi 2012), Missione incompiuta. Intervista su politica e democrazia (Laterza, Roma-Bari 2015).

Archeologo e storico dell’arte, insegna Archeologia classica presso la Scuola Superiore Normale di Pisa, che ha diretto dal 1999 al 2010.
Membro di numerose istituzioni internazionali di studio e ricerca (tra cui l’American Academy of Arts and Sciences, Accademia Nazionale dei Lincei, il Comitato scientifico dell’European Research Council, il Consiglio Scientifico dell’Enciclopedia Italiana), in campo culturale e politico ha ricoperto la carica di presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali.
I suoi interessi di studio e di ricerca riguardano principalmente la storia dell’arte antica, la storia della tradizione classica e la storia dell’iconografia e dell’arte religiosa europea, dal Medioevo al Seicento.
Tra il 2000 e il 2010 è stato protagonista in Italia di una battaglia contro la svendita del patrimonio culturale. Tra le sue pubblicazioni: Italia S.p.A. – L’assalto al patrimonio culturale (Einaudi, Torino 2002), vincitore del premio Viareggio nella categoria saggistica nel 2003, Battaglie senza eroi. I beni culturali tra istituzioni e profitto (Electa, Milano 2005), Il mondo salverà la bellezza? Responsabilità, anima, cittadinanza (Ponte alle Grazie, Milano 2015).

E’ un poeta israeliano le cui opere sono conosciute in tutto il mondo. Ha studiato Letteratura e Filosofia ebraica presso l’Università di Tel Aviv e disegno presso l’Istituto di Arte e Design di Avni. Ha pubblicato ben undici volumi di poesie, tra cui The Milk Underground (2005), Algeria (2009) e Horse power (2013), e due libri per bambini scritti a quattro mani con la figlia Shirly, che sono stati tradotti in quarantuno lingue. Artista eclettico, ha inciso tre dischi con il musicista Elliott Sharp: Revenge of the Stuttering Child (1997) , Poverty Line (1999) e A Short History of Vodka (2001). È membro del Consiglio Pubblico della Compagnia di danza Batsheva di Tel Aviv e del Teatro arabo-ebraico dell’antica città di Giaffa.

All’interno di un evento incentrato sul tema dei conflitti mondiali, non possono non spiccare, nella vasta costellazione degli ospiti, le voci di due scrittori appartenenti a mondi dilaniati da tensioni, odio, violenze: Ronny Someck e Salah Al Hamdani, l’uno di origine ebraica, l’altro musulmano, accomunati dal luogo natio, Baghdad, e dall’aderenza a una poesia vitale e necessaria, in grado di superare qualsiasi barriera geopolitica. Entrambi hanno vissuto l’allontanamento forzato dalla propria terra: Ronny Someck è fuggito ancora bambino dai pogrom antisemiti, Salah Al Hamdani, oppostosi alla dittatura di Saddam Hussein, ha vissuto per lungo tempo in esilio in Francia. I due scrittori si sono incontrati per la prima volta nel 2011 in occasione di un festival di poesia a Parigi: la scoperta del comune sradicamento dalla patria è stata fondamentale per avviare un confronto e uno scambio di punti di vista tra culture differenti. Ne è nato anche un libro scritto a quattro mani, Baghdad-Jersusalem, pubblicato in ebraico, arabo e francese. Il 6 giugno alle ore 18 interverranno a Passepartout intervistati da Maurizio Molinari, corrispondente della «Stampa» a Gerusalemme. “Orizzonti di pace” sarà il tema che affronteranno nel loro dialogo: la possibilità di andare oltre i confini forzatamente costruiti dalla tracotanza umana, di dimostrare che l’incontro tra religioni diverse è realizzabile in modo pacifico. Una missione di cui la cultura può ancora farsi carico.

Nota
Ronny Someck è un poeta di origine ebraica nato a Baghdad, ma residente fin dall’infanzia in Israele, dopo essere sfuggito ai pogrom antisemiti promossi dal governo iracheno. Ha studiato Letteratura e Filosofia ebraica presso l’Università di Tel Aviv e disegno presso l’Istituto di Arte e Design di Avni. Ha pubblicato ben undici volumi di poesie, tra cui The Milk Underground (2005), Algeria (2009) e Horse power (2013), e due libri per bambini scritti a quattro mani con la figlia Shirly, che sono stati tradotti in quarantuno lingue. Artista eclettico, ha inciso tre dischi con il musicista Elliott Sharp: Revenge of the Stuttering Child (1997) , Poverty Line (1999) e A Short History of Vodka (2001). È membro del Consiglio Pubblico della Compagnia di danza Batsheva di Tel Aviv e del Teatro arabo-ebraico dell’antica città di Giaffa.

Salah Al Hamdani è uno scrittore francese di origine irachena. Oppositore della dittatura di Saddam Hussein, è stato costretto a vivere per oltre trent’anni in esilio in Francia, per fare poi ritorno a Baghdad solo nel 2004. La sua attività di scrittore è iniziata in carcere all’età di vent’anni. A Parigi ha pubblicato circa una trentina di opere di vario genere, dai romanzi, alle poesie, alle novelle. Tra le tante, Bagdad mon amour (Écrits des Forges/L’idée bleue, Québec 2008; nuova ed. 2014), Rebâtir les jours (Éditions Bruno Doucey, Paris 2013), Saisons d’argile (Al Manar, Paris 2011). È anche uno sceneggiatore e attore da diversi anni, sia per il teatro che per il cinema.

Inoltre si segnalano:
Anteprima 3 giugno ore 21, Museo di Sant’Anastasio, Asti- corso Alfieri 365, Aspettando Passepartout: GERDA TARO/ROBERT CAPA. Una storia d’amore di fotografia e di guerra a cura di Franco Rabino.

Per la durata del festival sarà presentata presso la sede della biblioteca la mostra France et Italie, les journaux de la Grande Guerre, frutto della collaborazione con l’Istituto italiano di Cultura a Parigi; si tratta di una mostra documentaria curata da Alberto Toscano e allestita grazie alla sua personale collezione che, attraverso l’esposizione di giornali italiani e francesi del periodo 1914-1918, documenta lo stato dei rapporti fra i nostri due Paesi durante la Grande Guerra. La mostra, già allestita a Parigi, rientra fra le iniziative incluse nel programma ufficiale di celebrazioni promosso dalla Mission du centenaire de la Première Guerre mondiale.

Sempre presso la sede della Fondazione della Biblioteca Astense GIORGIO FALETTI
(Asti, Via Goltieri 3) lunedì 8 giugno dalle ore 15: forum su alcuni temi del festival.
Protagonisti saranno i giornalisti, gli studenti di Asti e tutti gli interessati.
Per l’occasione verrà proiettato in prima nazionale assoluta il video Caffelatte a cura della scuola Castigliano di Asti.

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