Data: 13-06-2022
Nuovi report PCTO, la voce delle ragazze e dei ragazzi di Passepartout
Nuovi report dalle ragazze e dai ragazzi del PCTO che ci offrono il loro punto di vista su alcuni degli incontri in cartellone:
Dalla Glasnost di Gorbaciov alla Guerra di Putin (Ludovica Dussoni)
A parlare all'incontro del 5 giugno di Passepartout sono Amy Kallogg, giornalista americana che lavora come corrispondente senior per gli affari esteri per fox news, e Domenico Quirico, giornalista della Stampa e rinomato reporter di guerra.
Il tema discusso è quello della guerra scoppiata da ormai più di cento giorni in Ucraina, con una particolare attenzione posta sulla situazione della Russia a partire dagli anni di Gorbaciov fino ai giorni nostri. Parlando di Glasnost la Kallogg lo definisce come un periodo molto breve della storia dell'Unione Sovietica. A colpirmi maggiormente è il racconto dei suoi anni passati a Leningrado, durante i quali, nonostante non fosse permesso ai Sovietici di interagire con gli stranieri, le persone si dimostrarono molto curiose nei confronti di Amy e dei suoi colleghi. In particolare mi ha stupito la facilità con cui ha dichiarato che l'antiamericanismo allora presente non era personale, quanto più una cosa meccanica. Racconta poi di come dopo essere tornata in Russia a seguito della caduta del muro di Berlino, si sia trovata davanti ad una situazione drasticamente diversa, a causa delle numerose cose successe. Successivamente a proposito di Putin, dichiara che a seguito della sua elezione le persone iniziarono a credere che la storia della Russia non sarebbe stata più particolarmente rilevante e non avrebbe avuto più nulla da offrire. Prima di lui si potevano percepire una curiosità verso il mondo occidentale e certo un rispetto che adesso sono assenti. Conclude il suo primo intervento con una citazione difficile da dimenticare, ovvero "Le divisioni lasciano cicatrici". Quirico spiega come ci sia un tempo prima del 24 febbraio e un tempo dopo il 24 febbraio, e come questa divisione ci sia stata imposta da Putin. Dichiara che iniziando una guerra il presidente russo ha cancellato il nostro passato e ci ha fatto entrare in una fase in cui il mondo in cui viviamo non è più quello precedente al 24 febbraio, distruggendo l'utopia della globalizzazione, nel suo orizzonte ideologico, infatti, l'economia non ha un valore. Colpisce molto il suo punto di vista secondo cui il popolo russo ha scelto di assecondare Putin a seguito della sua promessa di rendere il paese una potenza come prima dell'1989. Nonostante questo a stupire particolarmente è il suo modo di affermare che se Putin riuscisse a sopravvivere, anche senza aver ottenuto alcun beneficio per la Russia, avrebbe vinto la guerra.
Si tratta di due visioni e spiegazioni diverse del conflitto e della situazione russa, entrambe però molto coinvolgenti.
Il secolo dei dittatori (Etjen Myrta)
Alessandra Tarquini, insegnante di storia universitaria ed esperta di fascismo, giovedì 9 giugno ha tenuto la conferenza intitolata "Il secolo dei dittatori”.
"Considerato -erroneamente- conservatore, il partito fascista era in realtà rivoluzionario" afferma la storica: "Erano alla ricerca di una mutazione antropologica, volevano creare l'Uomo Fascista e sostituire l'italianità con l'essere fascista"; è qui che risiede la grande problematica del fascismo ai nostri tempi: ormai il fascismo non spaventa più e l'unico vero problema rimane l'utilizzo erroneo del termine. La desemantizzazione del termine "fascista" ha portato i più a credere al fascismo come anti rivoluzionario e conservatore-reazionario ma in realtà è il contrario.
Era un movimento privo di contendenti :”Tutto è nello stato; nulla è contro lo stato; nulla è, fuori lo stato", molti intellettuali, insegnanti o persone comuni erano obbligate ma, altrettante e forse più, erano coloro che credevano nell'ideologia fascista: cortei, discorsi, dibattiti e circoli letterari non erano d'obbligo ma erano assai presenti.
Un'ideologia contorta, totalitaria e diretta, che nel giro di un giorno -dal 24 al 25 luglio 1943- sparì dallo stato che ha cercato di trasformare; il fascismo è stato il primo dei nuovi esempi di dittatura del secolo breve.