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Diciamocelo chiaramente: i disegnatori sono abilissimi a esprimersi con/attraverso le loro creazioni, ma a parole non sono un granchè. Niente di più sbagliato. La conferenza di ieri sera ha spazzato via questa mia stupida convinzione dalla testa.
Sul palco oltre all’inossidabile Mister Fogg c’erano tre autori della Sergio Monelli Editore: Alfredo Castelli (Martin Mistère), Antonio Serra (Nathan Never) e l’astigiano Gino Vercelli (Martin Mistère).
I tre, sapientemente interrogati, hanno radiografato davanti ad un pubblico interessato la loro ambita professione. 'Sembrerebbe un mestiere per persone sbadate o particolarmente estrose – hanno dichiarato – invece non è affatto così. Dobbiamo progettare il soggetto della storia almeno un anno prima che voi la possiate leggere sul fumetto. Inoltre le correzioni work in progress sono frequentissime e così se tutto non fosse progettato per tempo, ci troveremmo in seria difficoltà'.
Così parola dopo parola, frase dopo frase ho scoperto che i fumettisti non sono una figura così distante da quella di un esperto artigiano. Un filatore che con cura sceglie la lana migliore, la colora con serafica pazienza e poi tesse, intreccia e fila notti intere. Fino a quando quello che stringe tra le mani non lo acquieta, lasciandogli quel sorriso sulle labbra che si vede soltanto quando si riesce a mettere qualcosa di noi in quello che facciamo. ASCOLTA QUESTO INCONTRO
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..ho fame della tua bocca, della tua voce, dei tuoi capelli e vado x le strade senza nutrirmi.....affamata vado e vengo annusando il crepuscolo, cercandoti, cercando il tuo cuore caldo. p.neruda :: scrivi la tua frase
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