Una giovane donna portoghese si aggira per le vie di Asti.
Si chiama Ofelia, ed è innamorata.
Innamorata del suo Nininho.
Ofelia non sa, o non vuole accettare, che il Nininho ha scelto di mettere al primo posto, nella sua vita, non l’amore per una donna, ma la sua passione letteraria.
Una passione folle, squadernata nei rivoli di personaggi, di altri da sé, di eteronimi che scrivono per lui opere postume. Opere che finiranno in un baule.
Come finiscono nei bauli, o in fondo ai cassetti, le vecchie lettere d’amore.
Di amori che forse non ci sono più.
Ofelia attende, sogna una fede nuziale, si preoccupa per un uomo bambino che non si cura e non si risparmia per inseguire il suo sogno.
Ofelia vive il suo amore nei piccoli spazi di una vita comune, in un ufficio, un tram, una camera, il vano di una finestra. Un amore fatto di lunghi percorsi, interiori ed esteriori, per le vie di Lisbona e per le vie del cuore.
Il sogno di Ofelia non si realizza. L’amore viene, l’amore va, come un tram che inesorabile deve segnare le sue fermate e arrivare al capolinea.
È ciò che succede quando ci si innamora di Fernando Pessoa.
Durante il Festival Passepartout ad Asti, dall’11 al 13 maggio, alle 22:30, Ofelia Queiroz, l’unico amore di Fernando Pessoa, racconterà la sua storia a quanti vorranno ascoltarla.
Mio caro Nininho
regia di Ana Maria Ghisalberti
drammaturgia di Paolo Bolla
con Linda Montecchiani e Lorenzo Marangon
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