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18-04-2004
Asti ha perso «Chiaroscuro»
UNA LETTERA DELL’EDITORE MARCO TROPEA ANNUNCIA IL DIVORZIO DALLA BIBLIOTECA DOPO 7 ANNI

«Insanabili divergenze» tra gli organizzatori

Dopo sette edizioni, il festival letterario «Chiaroscuro» pare giunto al capolinea. La parola fine a un’esperienza che ha trovato un pubblico crescente e non solo astigiano, oltre all’interesse degli addetti ai lavori giunge con una lettera inviata dall’editore milanese Marco Tropea, organizzatore della manifestazione con l’associazione «Alberto Tedeschi», al presidente della Biblioteca Astense Renato Bordone. Tropea scrive di «insanabili divergenze» e si rammarica che la manifestazione sia «considerata con irritante indifferenza dalle amministrazioni». Chiede che il marchio «Chiaroscuro», da lui registrato, non venga più utilizzato, e che venga oscurato il sito internet (www.chiaroscurofestival.it, su cui in questi giorni si chiede se mantenere il festiva a giugno o a settembre). Inoltre sarà ritirato il «fondo Tedeschi» (circa 2 mila volumi) oggi custodito dalla Biblioteca.


Tropea, che cosa è successo per farle inviare questo annuncio di divorzio?

Niente di nuovo. È la conseguenza di tanti anni di malessere nella conduzione di Chiaroscuro. Ho sempre avuto l’impressione che gli amministratori di Comune e Provincia se lo fossero trovato lì ma non gli interessasse. Frequento anche altri festival e lì le istituzioni sono sempre presenti, qui invece no.

Insomma, una crisi del settimo anno?

Durante la precedente amministrazione comunale non ha mai conosciuto né sindaco né assessore alla Cultura. Con Voglino e Pasta ho avuto un solo incontro e poi non se n’è fatto più nulla. Sono deluso.

È solo una questione di riconoscimento del suo ruolo o c’è altro?

Gradivo anche un certo supporto economico. Da imprenditore so che quando una cosa funziona, si cerca di migliorarla e si investe. Era importante che crescessimo insieme, invece ogni volta ho visto promesse e poi fuggi fuggi generali. Ho inviato delle richieste un mese fa e non ho avuto alcun segnale. Con il costo della vita che aumenta, inoltre, non si può continuare ad disporre della cifra di 7 anni fa.

Eppure gli astigiani hanno mandato segnali di gradimento molto chiari.

Mi spiace molto per loro, che ci hanno sempre apprezzato, però mi sento un po’ un ospite indesiderato. Credo non sia possibile recuperare un rapporto che in fondo non c’è mai stato. Chiaroscuro ha vissuto di legami di amicizia. Gli scrittori venivano perchè li invitavo io. Chi mi ha trattenuto finora ad Asti è stata la direttrice della Biblioteca Anita Bogetti, che ora è andata in pensione.

La sua è una decisione irrevocabile?

È un rapporto difficile da recuperare. Prenderò il marchio di Chiaroscuro e andrò da un’altra parte. Sto già valutando alcune proposte. È una conclusione che mi dispiace, ma è meglio troncare piuttosto che avere una crisi continua.


Copyright ©2002 La Stampa
Autore La Stampa




 
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