Passepartout: 1911-2011 - Il secolo della donna: dall'esclusione alle pari opportunita' - 11..19 giugno 2011 - Asti
Le immagini sono riferite all'edizione 2010
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Data: 26-10-2011
Le due torri
di Ennio Caretto.

Data: 09-10-2011
Gambarotta svela le ricette di Nefertiti
Presentazione del volume LE RICETTE DI NEFERTITI

Data: 21-06-2011
Regine delle scene.
A chiusura di Passepartout

Data: 19-06-2011
Lettera di Clio Napolitano
... sento di poter affermare che il secolo '1911 – 2011' può essere considerato il 'secolo delle donne'

Data: 18-06-2011
Chiusura in musica per il laboratorio di giornalismo

Data: 17-06-2011
Arlan, Oggero,Verna e Nash-Marshall ieri a Passepartout
L’ora di pietra

Data: 17-06-2011
Le donne soldato a Passepartout

Data: 16-06-2011
Philippe Daverio a Passepartout

Data: 15-06-2011
Maria Venturi intervistata da Bice Biagi

Data: 15-06-2011
Emilia Sarogni a PPT
Un lunghissimo applauso per il Risorgimento

Data: 12-06-2011
Ma adesso parliamo di noi
Resoconto dell'incontro con le giornaliste piemontesi

Data: 12-06-2011
Messaggio del Ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna

Data: 11-06-2011
Passepartout 2011: prima giornata

Data: 08-06-2011
Stefano Zecchi introduce l’edizione 2011 di Passepartout
Mercoledí 8 giugno 2011 alle ore 18

Data: 29-05-2011
La scenografia di Passepartout

Data: 29-05-2011
Laboratorio di Giornalismo

Data: 29-05-2011
Chiusura Passepartout Junior 2011
Concerto dell’ l’Orchestra Suzuki di Asti

Data: 25-05-2011
Ultimo tango a Parigi
di Bernardo Bertolucci. Presenta Salvatore Leto.

Data: 18-05-2011
Passepartout Junior e Premio Asti d'Appello Junior

Data: 10-05-2011
Laboratorio di giornalismo under 25
Passepartout 2011

Data: 05-06-2022
Report ragazz* PCTO: La forza delle Italiane

Oltre a collaborare attivamente al Festival, le ragazze e i ragazzi del PCTO ci offrono anche il loro punto di vista su alcuni degli incontri in cartellone. Iniziamo con due report sull'appuntamento con Aldo Cazzullo.

Report di Etjen Myrta

Alle 21 di venerdì 3 giugno, presso il cortile della Biblioteca Astense, Aldo Cazzullo ha tenuto la conferenza “La forza delle italiane” spaziando tra importanti figure femminili nella storia: da Luisa Zeni (prima donna nei servizi segreti italiani) a Bebe Vio (doppia campionessa olimpica), passando per le misteriose donne delle cantiche dantesche, arrivando anche alle prime donne che firmeranno i loro quadri, come Artemisia Gentileschi.
Cazzullo alla domanda: "Il titolo riguarda un’eredità o una conquista?” risponde: "Nella storia, le donne non hanno mai pubblicato opere sotto il loro nome o spesso erano rifiutate; fino al 1976 non abbiamo mai avuto un ministro donna e fino a 30 anni prima non potevano votare. Sono sicuro che prima o poi le donne andranno al potere”.
Passando poi tra miti della dea Cura e i racconti della censura francese sul caso di Jeanne Clement -che si pensava morta a 122 anni ma, grazie ai gerontologi russi, si scoprì poi essere morta a 60 anni e che la figlia ne prese il posto per non pagare tasse di successione-, il giornalista parla anche dell’importanza delle donne comuni, nella storia; “Nella storia di un’Italia nata dalle famiglie” dove durante la grande guerra, proprio le donne mandarono avanti il paese, morendo per esso.
In chiusura, Cazzullo afferma: "Un giorno giudicheremo un ministro o un presidente per le sue capacità e la sua correttezza e non perché donna, ma sfortunatamente quel giorno è ancora lontano”.


Report di Huang Jing

Relatore dell’incontro tenutosi la sera del 3 giugno nel cortile della Biblioteca Astense, è stato lo scrittore e giornalista italiano Aldo Cazzullo, che ha portato come tema “la forza delle italiane”. Può darsi che qualcuno, nel leggere il titolo della conferenza e il suo oratore, abbia storto il naso (come la sottoscritta) perché cosa avrà mai da dire un uomo, dalla sua alta torre d’avorio, sulla condizione femminile? La curiosità e le incombenti ore di PCTO da svolgere, mi hanno spinta a prendere parte all’appuntamento del Festival del Passepartout e devo ammettere di esserne uscita piacevolmente sorpresa. Cazzullo inizia il discorso raccontando una vicenda estremamente tragica: parla dell'orfanotrofio San Filippo Neri di Portogruaro, noto anche come "Ospizio per i Figli della Guerra", fondato nel 1918 per accogliere i bambini nati da donne che avevano subito violenza durante la battaglia di Caporetto da parte di soldati dell'esercito austro-ungarico invasore. I “bambini di nessuno”, così chiamati perché non riconosciuti dai “padri” (se così possiamo definire degli stupratori) erano talmente tanti che è stato necessario aprire un istituto, incapace, tuttavia, di provvedere per tutte quelle anime bisognose e ha, dunque, visto l’intervento delle madri che venivano ad allattare i neonati. Dopo questo excursus introduttivo, lo scrittore passa in rassegna importanti personalità femminili che hanno costellato il secolo a partire dal 1922 al 2022 e che hanno portato la condizione femminile a essere sempre meno fragile. Passa da Stefania Turr, una corrispondente di guerra, a Luisa Zeni, una spia che ha lavorato per i servizi segreti italiani durante il primo conflitto mondiale, a Rita Levi Montalcini, prima donna a vincere il premio Nobel per la medicina, su cui lei stessa fa anche autoironia dicendo che non ci sarebbe mai riuscita se la politica di Mussolini non l’avesse costretta a rinchiudersi in una piccola stanza a studiare. E ancora, il commediografo greco Aristofane racconta di Lisistrata, una donna ateniese che, convocata per discutere con altre donne, anche spartane, della guerra del Peloponneso, propone di fare uno sciopero del sesso: finché gli uomini non firmeranno la pace, esse si rifiuteranno di avere rapporti sessuali con loro; la commedia vuole che il conflitto abbia così raggiunto un punto d’accordo. Parla poi di Artemisia Gentileschi, la prima “pittora” che firma i suoi quadri, ma anche la prima donna a denunciare uno stupro. Invece Alda Merini fu una grande poetessa del Novecento, a cui il padre disse che, a scrivere poesie, non avrebbe guadagnato il pane e allora lei, di tutta risposta, sposò un panettiere. Cita anche Beatrice Cenci, Bebe Vio, Gianna Nannini, Monica Bellucci, Stefania Sandrelli, Inge Feltrinelli, Fernanda Pivano...insomma, spazia dal campo della politica a quello dello sport, al mondo dello spettacolo e, infine, non può non lasciarsi sfuggire un commento sulle donne della Divina Commedia: Pia de Tolomei, Francesca da Rimini (con cui cita il celeberrimo verso “Amor, ch'a nullo amato amar perdona”) e l’immancabile Beatrice (“Conosco i segni de l’antica fiamma”). In pratica è un inno alle italiane, un inno alle donne, che hanno salvato e continueranno a salvare l’Italia. Conclude augurandosi che “Arriverà il momento in cui non ci faremo più caso se il capo è una donna, si guarderà altro”.


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