Passepartout Festival 2010 - "Oltre il Muro" - 8 .. 13 giugno 2010 Asti
Le immagini sono riferite all'edizione 2009
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Data: 15-01-2024
Passepartout en hiver 2024

Data: 09-06-2023
Domenica 11 giugno grazie a C.A.M.E.A. una Lancia Aprilia 1500 in mostra a Passepartout

Data: 10-06-2023
Visite in Sinagoga

Data: 01-06-2023
Sabato 3 giugno a Palazzo Mazzetti inaugurazione della mostra di Franco Rabino

Data: 22-05-2023
Passepartout incontra, tre incursioni teatrali a cura di Ileana Spalla

Data: 03-05-2023
Programma Passepartout 2023: Fronti

Data: 03-05-2023
Presentazione Passepartout 2023: Fronti

Data: 13-02-2023
Domenica 19 febbraio alla Biblioteca Astense ultimo appuntamento con Passepertout en hiver con Carlo Pertusati

Data: 06-02-2023
Laura Nosenzo a Passepartout en hiver

Data: 31-01-2023
Domenica 5 febbraio nuovo appuntamento con Passepartout en hiver con Luciano Bertello

Data: 25-01-2023
Domenica 29 gennaio a Passepartout en hiver la graphic novel Io uccido di Giorgio Faletti

Data: 25-01-2023
Gli appuntamenti di febbraio di Passepartout En Hiver

Data: 16-01-2023
Domenica 22 gennaio a Passepartout En Hiver Paolo Lupo presenta il libro Umberto Cagni, l’astigiano che andò per mare

Data: 05-01-2023
Domenica 15 gennaio primo appuntamento di Passepartout en Hiver con Claudia Caluisi. Ospite la pittrice Marisa Garramone

Data: 27-12-2022
Dal 15 gennaio alla Biblioteca Astense torna Passepartout en hiver

Data: 17-06-2022
Report PCTO, la voce delle ragazze e dei ragazzi di Passepartout

Data: 14-06-2022
Nuovi report ragazz* PCTO

Data: 13-06-2022
Nuovi report PCTO, la voce delle ragazze e dei ragazzi di Passepartout

Data: 08-06-2022
Report PCTO, la voce delle ragazze e dei ragazzi di Passepartout

Data: 07-06-2022
Report ragazz* PCTO: La scoperta di Tutankhamun

Data: 08-06-2022
Report PCTO, la voce delle ragazze e dei ragazzi di Passepartout

Nuovi report dalle ragazze e dai ragazzi del PCTO che ci offrono il loro punto di vista su alcuni degli incontri in cartellone:

"L'opinione pubblica" (Beatrice Tosetti)

Il 1922 fu un anno sconvolto da tre grandi avvenimenti: il 3 aprile Stalin diventò segretario generale del Partito Comunista; il 28 ottobre avvenne la marcia su Roma; il 30 dicembre venne istituita l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS). Cento anni dopo, Passepartout si è occupato di scoprire se abbiamo imparato qualcosa dalla storia o se nulla sia realmente cambiato. Ospite della conferenza che ha trattato questo tema è stata Alessandra Ghisleri, una sondaggista e ricercatrice che si prende cura di analizzare l’opinione pubblica in un mondo in cui “tutto sembra vero, ma è solo verosimile”.
Esattamente come allora, anche il 2022 è stato scandito da tre eventi. Il primo è stato la rielezione di Mattarella, simboleggiata dal materasso che ritorna nella casa da cui era stato appena rimosso, che ha dimostrato la debolezza della nostra politica.
Il secondo è stato la guerra in Ucraina, dal cui inizio sono passati più di cento giorni. Le immagini che ci arrivano tramite social e telegiornali ci colpiscono moltissimo perché rappresentano città comuni, città come le nostre, distrutte e bruciate. Nonostante il conflitto non si svolga direttamente nel luogo in cui viviamo, ci sentiamo comunque minacciati, e questo è provato dai sondaggi secondo i quali il 37,2% delle persone crede di trovarsi alle premesse di una guerra mondiale. Il 15% della popolazione sta facendo scorte alimentari, dimostrando che, per quanto la società sia avanzata nel corso degli anni, siamo rimasti uomini che non possono fare a meno di avere paura. I costi di energia e benzina sono triplicati e, anche se questo processo di rincaro è iniziato prima dell’invasione russa, tutti puntano il dito contro questa guerra. Inoltre, meno dell’1% del grano importato dall’Italia arriva dall’Ucraina: possiamo sicuramente farne a meno, ma la pressione delle immagini che riceviamo ci consegna una visione distorta della realtà.
A questi due avvenimenti si aggiunge infine il Covid, che continua a essere una minaccia. Nonostante siano passati ormai due anni, ciò che oggi ci circonda ci fa capire che la pandemia non è ancora terminata. Uno dei dati più sconvolgenti rilasciato da Alessandra Ghisleri è certamente il fatto che il 65% delle persone pensa che non si possa più tornare a vivere come una volta. A ogni evento traumatico rispondiamo automaticamente chiudendoci in difesa, per cui oggi siamo molto più attenti alla salute e a chi ci circonda. Il Covid ha lasciato cicatrici anche in ambito economico: tutti hanno molta più paura di investire i soldi, e i risparmi in Italia sono saliti da 150 miliardi a 200 miliardi.
Un altro importante ambito trattato durante la conferenza è stata l’opposizione tra la realtà e l’illusione. Poiché noi uomini siamo limitati e non siamo in grado di avere conoscenza diretta di tutto ciò che accade, non c’è mai una corrispondenza diretta tra il mondo e l’idea che ci facciamo su di esso. Questo spiega perché, ripensando a grandi eventi del passato, ognuno ne ha un ricordo diverso, ed è anche il motivo per cui, quando i sondaggisti propongono delle domande, non devono mai escludere nessuna possibilità. La differenza tra verità e finzione viene spesso amplificata dai social, che condizionano moltissimo l’opinione delle persone (cito l’esempio dell’influencer Chiara Ferragni). Internet prova spesso a manipolarci, convincendoci che non possiamo vivere senza determinati prodotti o proponendoci pubblicità mirate ai nostri interessi, tuttavia è sufficiente una buona conoscenza della rete per non farsi ingannare.
L’ultimo importante argomento di cui Alessandra Ghisleri ha parlato è stato il limite imposto dalle differenze socioeconomiche. Quando una persona è sufficientemente ricca e colta, ha la possibilità di scegliere tra diversi canali di informazione. Tuttavia, qualcuno di povero e che non può quindi permettersi un’istruzione di alto livello, non si trova nella condizione di usufruire di più fonti: questo fa sì che non possa esaminare opinioni differenti per formularne una propria. Inoltre, meno istruita è una persona, più difficoltà può trovare nel far valere la propria opinione, non disponendo letteralmente di “un numero sufficiente di parole con cui esprimersi”.
Terminata l’esposizione , Alessandra Ghisleri si è resa disponibile a un confronto con il pubblico. Mi ha particolarmente colpito l’osservazione di una signora che ha confrontato l’ultimo ambito trattato, con il libro “1984” di Orwell, nel quale il governo dittatoriale cerca di restringere il numero di parole della lingua parlata in modo da restringere allo stesso tempo la possibilità di far nascere pensieri contrastanti.


"Il diritto alla bellezza" (Etjen Myrta)

Il diritto alla bellezza, titolo "da prendersi alla lettera" - dice Salvatore Settis - della conferenza tenutasi il 5 giugno al Palco 19 di Asti.
Lo storico cita subito tre importanti intellettuali: Zimmer, Lalou e Croce con la frase "il paesaggio non è solo natura ma è anche storia, anzi, è più storia che natura". Un paesaggio è bello anche, e forse in maggior parte, perché
palcoscenico di eventi storici
Nel libro di Settis "Paesaggio Costituzione Cemento" si ripercorre tutta la storia dei diritti della tutela del paesaggio: da i primi esempi in Sicilia, ove
i boschi e il teatro di Taormina vennero tutelati nel 1745, fino all'articolo 9 della nostra Costituzione, scritta nel '48 dall'assemblea costituente e in particolare Concetto Marchesi (PCI) e Aldo Moro (DC); si sofferma però
in particolare sulle due leggi, quelle del 1909 e ’22 rispettivamente di Rava e Benedetto Croce: la Legge Rava fu la prima legge per la protezione delle
Antichità nazionali mentre la seconda fu la prima legge di tutela del paesaggio vera e propria.
Ma rimane un interrogativo, che riguarda noi giovani soprattutto: chi tutela, per noi, il nostro ambiente e chi, dato il poco interesse di molti miei coetanei, deve insegnarci l'amore e il rispetto dei paesaggi?
Lo storico dell'arte risponde così: Sono le istituzioni e i più anziani a dover insegnare ai giovani il rispetto e la storia dei paesaggi ma, per quanto possa essere bravo un insegnante, se un ragazzo non vuole ascoltare o imparare sarà un lavoro inutile; avranno i paesaggi che vorranno e la loro tutela, ma se non sono realmente interessati questi
diventano inutili".

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